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Italy.jpg (930 byte) Aspettiamo le vostre poesie... Italy.jpg (930 byte)

 

 

 

 


 

 

 

SILENZI DENTRO


La sera trapassa come spada
le ore dei silenzi
che staccano pensieri di sasso
dalla carezza dell’anima.
Si è asciugata l’ultima lacrima
dimenticata
sui banchi della scuola
si è spenta la luna ruffiana
sul bacio di smeraldo della gioventù.
E mi ritrovo ancora
tra i passi della fantasia
a rincorrere scalzo
i campi verdi delle primavere
dove la luce chiara
giocava con il vento.
A volte sembra che il tempo
cammini di profilo
i sentieri stretti del cuore
dove le mani cercano
sussurri di speranze
e sentieri di sole
ma le promesse
non hanno più la forza
per ritornare indietro
a raccogliere i sogni.



                               Gino Rodi WB01345_.gif (616 byte)RETURN

 

 

 

 

IL SUOLO...

Il suolo,
la stabilità che riposa.
E l'aria immobile
inviolata intorno.
Non sei attratta
anche tu
- dalla terra?

Catene che inchiodano
alberi al suolo
ed ogni fibra
di legno che geme.
Non sei attratta dal fondo
- stanotte?



                                                    Lerri Baldo WB01345_.gif (616 byte)RETURN

 

 

 

 

PIETRA...

 

Pietra,
mi hai invocato,
ora ti appartengo.
Vedevo in te un segno,
ti pensavo un concetto;
soltanto dopo morto
il tuo veleno ha avuto effetto.
Luce, gioia, candore,
fuoco,acqua,amore.
Da allora, in me hai preso corpo.
Da allora in te sono risorto.

 

                                                        Antoine Fratini WB01345_.gif (616 byte)RETURN

 

 

 

 

IL FINE DELLA MORTE



Feci inchinare davanti a te, saggi e inetti
fosti l’abitazione d'ogni vivente
a proposito delle vite falciate
delle mattine offuscate dalle lacrime
spalancasti con sarcasmo i tuoi sorrisi canini
e davanti alle tragedie pungenti
hai sfilato in monumentale cavalcata,
dispensando desolazione e orrore .
Fino a dove andrai? Fino a quando sarai imbattibile?
Quando le bocche torneranno a sorridere il sorriso eterno
spento da te,
quando tornerà l’euforia delirante dei monti gelati
e la valle della tua ombra non ci darà più timori?
Quando le culle non delineeranno un cataletto
ne i passi dei giovani s'interromperanno?
Hai messo fine ai propositi umani, spogliasti dai beni terreni
livellaste allo stesso piano le categorie sociali
ci rovesciasti sulla terra
come le acque che non si possono raggiungere
Nessuno non ha mai trattenuto il vento;
nessuno non ha mai superato la tua presenza.
Tu fosti la porzione di tutti
colui che sbandando dal sentiero dell’intendimento
ebbe nel santuario dei morti il suo riposo
Ti sdraiasti addosso alle vite e fuggisti come un’ombra
la memoria dell’iniquo svanisce con te
ma le opere dei giusti, queste rimarranno.
Sei, a volte, desiderata
da quei consumati dal dolore;
Tu li strappi dal mal venturo
poiché il tuo freddo sulle piaghe, intorpidisce
e le ferite, dopo di te, non dolgono più
Nell’ombra funesta che su di noi adagi
riscatti la fine di chi a te è venuto
Vorresti far prevalere la tua validità
ma la forza dell’onnipotente ti dominerà .
Con un soffio ferirà la bestia indomabile
che nel profondo abisso di fuoco
precipiterà!



                                            Eliude Santana WB01345_.gif (616 byte)RETURN

 

 

 

CONOSCO LA NOTTE


Conosco la notte
figlio
in silenzio
t'aspetterò:
la veglia
nel paese di vento
confonde il muro freddo della stanza,
sola
nel buio
una musica flebile arde le tempie.
Una due ore:
il preludio contrae secondi incerti,
una notte
spezzata in minuti frammenti
in neri orizzonti incompiuti.
Approdo all'alba
come di mare arcigno senza luce

il sentiero sul giorno è la tua voce



                                         Laura Zanda WB01345_.gif (616 byte)RETURN


 

 

ALLA DERIVA...

 

Alla deriva della tua indifferenza
Una nave di bimbi è già in partenza
Venduti schiavi per miniere d'oro
Sai, per ridurre il costo del lavoro.
Quindici aprile del duemila e uno
Bussavo a dio e non c'è mai nessuno.
Ho chiesto in giro: l'avete mica visto
Un tizio biondo, detto pure Cristo?
Mi sbaglio oppur dovea resuscitare
Speriam si spicci che gli ho da parlare.
Stavolta non mi scappa, io l'aspetto
Non vorrà farmi questo gran dispetto
A chi altrimenti potrei mai domandare
Che cazzo sta accadendo in mezzo al mare?
Ma non esiste un dio ma non vedete
Che solo a un dio razzista voi credete
Un dio classista, snob e dispettoso
La puzza ha sotto il naso e poi è bizzoso.
Tanto son bimbi neri, son mai tanti
Son sporchi, pidocchiosi ed ignoranti
Tuo figlio è a letto e la madonna prega
Quello più grande è andato in discoteca
E tu che stai guardando lo sport alla tivvù
Che te ne fotte se non c'è un Gesù?
Vendono i figli nel continente nero
Per fabbricare scarpe a costo zero
Qualcuno dovrà pur farlo quel lavoro
Non penserai che mandi il mio tesoro
A scuola senza nike, il poverino
Se je venisse er complesso der burino?
Cento bimbini neri sotto al mare
Son cento bocche in meno da sfamare
Tanto mica credono loro in questo dio
Ma non ci ho mai creduto manco io
E in questa notte provo un gran dolore
Per un bambino piccolo che muore
Ed una grande vergogna d'esser uomo
Se fossi Dio vi chiederei : perdono.

                                         Ilde Zamberoni WB01345_.gif (616 byte)RETURN

 

 

 

 

 

E' INUTILE...

Uk.jpg (1708 byte) IT'S USELESS...

E' inutile
scordare la chitarra
senza di te
perchè non canta

tutto il pensiero
che corre
e non capisce
se si rincorre
lungo la spiaggia
come se non sapesse
chi trovare
oltre il tuo pianto
fatto di fiori rossi
che mi ricordano
le cose più belle
quando t'amavo

come ricordando
il fumo che spariva



                                         Andrea Leonardi WB01345_.gif (616 byte)RETURN

 

 

 

 

IRGEN PARLAVA CON ME


A Pristina, ogni orologio,
dall'alto del suo campanile,
segnava le sette e trentotto
e Irgen parlava con me...


Passò sibilando uno sciame
Di grosse, metalliche api.


A Pristina, ogni orologio,
dall'alto del suo campanile,
segnava le sette e quaranta
e Irgen parlava con Dio...


da una pozza di miele scarlatto.



                                 Tullio Salvietti WB01345_.gif (616 byte)RETURN

 

 

 

 

SENZA TITOLO



L'urlo dei tamburi al tramonto
nel cuore della montagna,
la morte piena di sogni
dell'eremita impazzito nella bufera: egli è adesso!
In un corpo aperto
sono stati trovati fiori bianchi e lamponi….
amanti di cristallo!
Si rivedono qui nell'acqua
nei cerchi concentrici che ripetono
la stessa musica, lo stesso ritmo,
come un insieme di sensazioni che entrano
dalla bocca al cervello,
come miele…
Li rivedo felici sorridenti
nella dimensione del nulla
e del profondo dei miei folli pensieri
che crescono a vista d'occhio;
verdi capelli confusi con l'erba
diventano prato essi stessi
e i cavalli vi galoppano sopra
odorando l'erba maledetta
che trascina verso la valle dei morti.
Valle che ritorna periodicamente,
il corpo liscio di statua
il desiderio spumeggiante
il sogno ed il delirio
le onde più alte contro la Luna
la musica nuova che esce dalle mani
dall'odore del glicine in fiore
e la candela che non si spegne
e si consuma con la notte
e rinasce col sole, col calore
col mattino impazzito di odori
con le nuvole di panna leccate ore ed ore.
Vi penserò sempre
dolci amiche di ore interminabili.

                                             Luciano Palange WB01345_.gif (616 byte)RETURN


 

 

 

D’AMORE



Scarica l’ira sulla mia pelle,
sui noduli della schiena,
sull’inchiostro di questa pagina.
Le luci neon brillano ovunque,
e io sono il buio delle parole,
non puoi non odiarmi!
Scarica l’ira sulle mie parole,
non voglio innamorarmi di te!



                              Davide Bee WB01345_.gif (616 byte)RETURN

 

 

 

 

BARBONI



Barboni,
oasi di silenzio
e di amori abbandonati
al ritmo inquieto
nel quale noi precipitiamo.

Barboni,
corpo prostrato, acquattato
in un fragile riparo
e voce arrocata, vanamente
scaldata dal fondo di bottiglia
rubata al camion dei rifiuti.

E membra
trascinate nel silenzio
turbato dall'intermittente
scrosciare di un fagotto
sulla coscia.Zavorra greve
contesa al cassonetto:
Illusione vacillante di ricchezza.

Barboni ,
alla ricerca di un canto
rapito allo scuotere lento
di fronde, mentre si effonde
un vento sofferto
che scuote il volto intabarrato
in un vecchio pastrano.

Ma, se tutto intorno a me tace,
nel colmo zittir della notte
è vostro il solitario
canto d'amore alla luna
che se mi fermo
posso ascoltare.

                                    Maria Teresa Fiore WB01345_.gif (616 byte)RETURN


 

 

 

STANDO SEDUTA...

 

Stando seduta ad ascoltare voci di fantasmi
m'immagino te, vestito d'aria.
E i pensieri vengono alla memoria
come barche alla deriva.
Un sorriso,uno sguardo,
il tuo modo di camminare ,
...di parlare..
..di ridere...
Dimenticarti è impossibile,
nel tempo di una vita non potrei.
E allora ricordo,
e i pensieri si fanno fitti,
come una densa nebbia autunnale,
e l'unica luce sei sempre tu,
con la tua figura,
che riempi la mia innaturale solitudine.
Non è possibile capirti
e allora ti accetto..
e continuo a pensare..
Se non fossi un sogno...allora ti amerei..
Mi sento sola
E ascolto voci di fantasmi
E tra questec'è la tua
La riconosco
Sono seduta
In una stanza buia
E al buio tu mi parli....


Sara Riccardi WB01345_.gif (616 byte)RETURN

 

 

 

 

IL RESTO SARA' SILENZIO



Ricorderai, uomo,
l'effluvio ardente della tua terra
venata di sterili attese,
quel vento di grecale che trafigge
i campi irrorati
del sudore alacre dei nostri padri,
i fiori vermigli di speranza
evocati su cieli striati di cobalto.
Il resto sarà silenzio,
affiorerà tra gli aculei impietosi
dell'amaro rimpianto
il gemito di adusto dolore
dell'ennesimo figlio del Sud
ancora divelto dal grembo materno.
E crescerà la sete di tornare
Mentre sequenze inquiete di ricordi
Costelleranno la terra delle nebbie;
è là il tuo pane, uomo,
dove le albe raccontano storie
di emigranti che affrontano incognite,
là ruoteranno lune d'inedite stagioni,
tutto il resto poi.....sarà silenzio.

                                                        Rosa Spera WB01345_.gif (616 byte)RETURN

 

 

 

LA QUERCIA GRANDE



Ti vedo- io bambino-
riempirmi la sera del tuo ritorno
(ma il giorno mai vuoto mi fu di quell'attesa,
compagna indivisibile di tutte le avventure).
Con la quercia grande sullo sfondo
il vespero schiariva il tuo contorno
e ti correvo incontro a stringere ginocchia
bianche di cava, nere di catrame,
a respirar sapore di pane e companatico,
a mendicar carezze ruvide di pietra
alle tue mani rosse, gonfie di fatica.
Quanta dolcezza ti leggevo in fronte
dentro una ruga,maldestra, di durezza
mentre ponevi a terra, e riponevi,
i miei piedini scalzi
segnati dalle corse in mezzo ai sassi.
E sempre ti finivo al collo appeso,
e sempre mi sfinivo al tuo sorriso.

Il tempo di un mattino
e t'ho rivisto- padre anch'io-
la testa bianca di stagioni piene,
solcato il volto da perle di saggezza,
severo il passo, e lento,
indomito gigante di fierezza.
Sei ancora tu, e non un altro sei,
che vivi la tua sera e il tuo presente
vuoti di sogni,muti di rimpianti.
Sei tu,storia infinita, presenza antica
offerta nuova alla mia vita.

E quando il mio inverno
ammanterà di neve la collina
e tu sarai memoria ai più sbiadita
sarà la quercia grande sulla cima
a segnarmi la via.

 

                                              Franco Fiorini WB01345_.gif (616 byte)RETURN