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Italy.jpg (930 byte) Aspettiamo le vostre poesie... Italy.jpg (930 byte)

 

 

 

 

 

 


  

 

RICORDO DI UNA MADRE 



Dovrei amarla? Si, amar dovrei
benché non la conosco. Eppur di lei
tempo natal ne ritrovai il corso
per vaga mia memoria, nel percorso
che vidi in altre nei seguenti giorni
a udir vagiti e canti poi, ritorni
che il vento e pioggia e il sole rifiorente
porta nel viaggio suo ad ogni agente,
necessità di gioia e più bisogno
per affrontar l’umana via del sogno.

Dovrei amarla! Generosa madre
forse tra quelle, come tal nel padre
che l’umano destino sempre offre
a noi entrambi e all’animo che soffre;
ché di fuggir non prende altra via
quando l’unirsi vien di quei la scia
d’un’amore vocato, letto e scritto
sin dal principio a recar conflitto
d’un’ardore sentito e più profondo
che serpeggia in piacer nel vivo mondo.

Dovrei amarla? Questo certamente
nel comune sentir di ogni gente
ch’ivi ne brama, e queste le percorre
entro un sentier che tacito rincorre
in quella oscurità di conoscenza,
che poco offre a illuminar coscienza.
E ancor per altre cose, carne a carne,
infinità di tatti, sensi a farne
un unico percorso, un dono uguale
ove si cela un bene offerto male.

Dovrei amarla! Naturale madre
quasi a destino tra le molte squadre
ivi composte in colorate lande,
in calori diversi in cui espande
lo stesso suo desio il grand’ avvio;
quasi a gestir quell’unico grand’io
ormai esploso e in amor diviso
tra quelle sue scintille, ove il viso
ne porta un lieve e generoso segno
nelle pupille, come contrassegno.



Dovrei amarla? Non mi pare lieve
aver di questa nota suono breve,
ch’ ella mi par un’opera completa
d’ogni valor nel quale non si vieta
né dolce quell’ amor che tanto ispira
al volto tenerezza, né la spira
di quell’opposto e truce sentimento,
ove si narra star in quel momento
oltre il maligno, nel diffuso accordo
della follia umana in suo ricordo.

Dovrei amarla! Ma l’amor misura
un tempo stabilito tra le mura,
un tocco ripetuto e rinsaldato
non dalle copie fisse in pieno fato,
ma dall’odor che sgorga e si diffonde,
star con la brezza e sulle stesse sponde
ove si canta e parla; e si ravviva
la tenerezza che diventa viva,
mutando nell’amor quando si tocca
la forza che dal ciel in noi trabocca.

Dovrei amarla? Or, come potresti
incenerire quelle antiche vesti
ch’ ella indossò sul grembo suo fiorito,
in quella primavera a cui l’invito
era gentil in seno, a ricordare
quanto è il dover che abbiamo nell’ amare,
un sogno che ci unisce ognuno a tanto.
Come potresti, in verità, soltanto
un attimo bruciar di quelli suoi,
che sono precedenti a questi tuoi?

Dovrei amarla! Si! Amar la devo
anche se lei non ebbi e non potevo
averne sua memoria, quasi un gelo
cosparso sopra il corpo come un velo.
Ella non fu, ma nel paterno segno
rivivo quel momento nell’ impegno
che potevamo aver ma non l’ avemmo.
Amar la devo, pur se non stringemmo
gioie e dolor che nella vita insieme
producono l’ Amor dell’ Alto Seme.



                                        Tommaso Davide Giordano
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PATERNITA' 

Tanto era grande la tua mano
che, camminando insieme,
ti cingeva solo il pollice
e lo teneva stretto
nell'equilibrio instabile
delle scarpine di panno.

Tanto era alta sulle tue ginocchia
che tra saltelli e risa,
frangetta in volo, e
ti guardava all'insù
con negli occhi il sorriso
di un'alba di nidi a maggio.

Tanto era piccolo il tuo capo sul cuscino
che non osavi spegnere la luce
e cercavi il suo respiro
chiedendo al silenzio di tacere;
imparando così ad ascoltare
il canto lieve di un bocciolo.

Tanto era bella il primo giorno di scuola
che non ti sei accorto
di aver fatto il primo passo
per lasciarla andare sola,
e così quando ha preso il volo...
non riuscivi a credere
di non essere tu...
il suo cielo.

Tanto ora è donna
quanto per te è ancora bambina.

Quanto più tu sarai
piccolo
ora
nel camminarle a fianco,
tanto più sarà
grande
in lei
per sempre
l'amore per suo padre.


                                                 Carla Morello
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à

COPIE CARBONATE

I sogni sono copie carbonate 
di alcuni nostri giorni.
Per questo hanno le immagini attenuate
e poco definite nei contorni. 

Io sogno spesso, ma poi scordo tutto
e un poco mi dispiace.
A volte sogno veramente brutto;
vorrei svegliarmi e non ne son capace.

Un giorno questa “lacrimarum valle ”
forse dovrò lasciare;
però, prima di volgerle le spalle,
vorrei capire che vuol dir sognare.

Un dubbio come un vortice m’inghiotte
e mi ci trovo perso:
son forse l’io del sogno di stanotte
che immagina di scriver questo verso?

Oppure son colui che sta scrivendo
della notte finita?
Mentre rivivo il sogno mi sorprendo
a domandarmi che cos’è la vita.

Sequenza di risvegli succedenti
ciascheduno dei quali 

è sogno nei confronti dei seguenti?
Forse non sono ipotesi banali.

La morte, allora, è solo un’esperienza:
il calar del sipario
sul sogno che chiamiamo l’Esistenza;
staccar l’ultimo foglio al calendario.

Non so se sia sognato o sognatore
Colui che chiamo “Io”,
ma credo con la mente e con il cuore
che all’ultimo risveglio…attende Dio.


                                                              Tullio Salvietti
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È RIMASTO IL VENTO

Com’era verde
la mia valle
vestita di freschi prati
e di pascoli in fiore,
aggrappata a sinuosi sentieri
da scoprire senza fretta.

Com’era bella
la mia valle
nel respiro di una cascata
nel fruscìo del bosco fitto d’ombre,
dipinta di colori e di stagioni
da aspettare con stupore.

Era imponente
la mia valle
coronata dal profilo delle cime
nel biancore della neve,
incantevole ricamo
da sfiorare nel silenzio.

È rimasto il vento
nella valle,
soffio gelido che grida
la sua rabbia
per scenari lacerati
dall’uomo avido e cieco
del terzo millennio. 


                                        Anna Daniele
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VACANZE D’AUTUNNO

Incideva, il coltello,
sottile scorza levigata
di castagne.
Al resto pensava il fuoco.

Attratto dalla fiamma,
intimorito un poco,
già pregustavo
morbide caldarroste.

Era l’autunno in cascina, 
dove approdavo
con Tiramolla sottobraccio
e i soldatini nella scatola di latta.

Ho ancora nelle orecchie,
il clacson della corriera
e le campane
il giorno d’Ognissanti.

Rideva, il nonno, quando
terrorizzato
entravo nel pollaio:
eroe, soldo di cacio.

Fantasticavo, nei pomeriggi uggiosi.
Col naso appiccicato al vetro,
osservando un lampo
illuminare i campi,

immaginavo Zorro,
col suo cavallo nero,
firmare l’aria con la spada e poi…
sparire, sotto il cielo di Lombardia.


                                                            Alessandro Bertolino
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INUTILE RITORNO

Scorre
il fiume della vita,
padre,
mentre più non odo
il rumore dei tuoi passi
stanchi,
né la tua voce,
profonda,
sussurrare
restie parole d’affetto.
Scorre,
ma più non porta,
a riva,
il profumo della resina,
né si tingono
le giornate
dei colori
dell’erica selvatica ,
del giallo delle ginestre,
del verde delle fronde,
nelle mie estati,
orfane di te.
E’ chiusa,
ormai,
la porta di casa,
né suscita
alcun suono
il mio timido richiamo.
A che vale,
padre,
il mio ritorno.


                          M.Teresa Biasion Martinelli
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PAROLE AL FUOCO



" Ho conosciuto un luogo solitario 
di crete rotte fra gli ulivi e il mare
dove la terra non teme mostrare
delle colline i seni d'ocra al sole
e ombrose querce stendono confini
su fieni arresi al vento dell'estate. 

Inganno di nubi
le pecore bianche posate sul prato.

Oltre fuga di poggi
il maestrale
la voce portava odorosa del mare 
alle narici fresche di cavalli 
che sciolte hanno criniere nella brezza
nei cui occhi pensosi affonda il cielo. " 

Questo mi disse il volto di mio padre
nelle sere d'inverno al focolare
che la fiamma accendeva di bagliori.

Ed un sorriso ambiguo sulle labbra
mi parlò di fatiche e di canzoni
bivacchi presso fumi di carbone
e stelle sui crinali
una chitarra
senza pretese

forse un po' stonata 
trinciato di tabacco nel taschino
e un organetto più vicino al cuore
per dire malinconica bellezza
di un amore non uso alle parole. 


                                        Loriana Capecchi
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LACRIME



Lacrime
sgorgano come sorgente e poi
scivolano lentamente,
silenziose e smarrite
fanno finta di niente
e rinfrescano l'anima
del suo peso dolente.
Sono a volte tempesta
senza tregua o confine,
come battaglia persa, 
angoscia senza fine.
Lacrime
di commozione e felicità
danno senso all'arrivo, alla stabilità,
van veloci nel vento
senza alcun turbamento.

 

                                        Marisa Cordioli WB01345_.gif (616 byte)RETURN


 

 

 

PRIMAVERA

 

Una piccola margherita
cerca di offrire
i suoi petali
al sole
in un angolo
non ancora
di colore verde intenso
vicino al muro
fatto di vecchie pietre


gli insetti
giocano
nell'aria
in attesa del cibo


il sole è tiepido
l'aria è rinnovata
nel segno
della vita


la rinascita


e gli uccelli
svolazzano 
qua e là
ancora alla ricerca
del migliore posto
per il proprio nido
tra i rami d'un albero
con tante gemme
e poche foglie


ancora
qualche nuvola
bianca
ed una piacevole
brezza


il vecchio cardo
di montagna
è felice


due giovani
abbracciandosi
si baciano


è primavera

 

                                              Andrea Leonardi WB01345_.gif (616 byte)RETURN

 

 

 

 

SOLITUDINE



Solitudine intensa,
Oasi di freschezza
Per l'ispirazione fuggevole
Come l'attimo, quello del poeta,
Passato via
Nel soffio di una somma idea.
E' un finto isolamento
Che racchiude ampi spazi,
Fatti per pensieri latenti
Che fluttuano sulla superficie
Dell'anima,
Che esplodono subitanei
Al tocco della giusta chiave,
Bottone che comanda l'impulso
Della sensibilità.
Allora la diga del cuore
Crolla, ed il fiume impetuoso
Travolge l'essere
Con un maremoto,
Ondate felici, pur nella loro veemenza
Distruttiva.

Eppure dopo il cataclisma
Si continua a vivere,
In un mondo inutile
Pieno di cose
Eppur vuoto d'idee,
Enorme palla
Gonfiata col nulla
Della vita, effimera vita.

Lancia in alto 
Per poi far ricadere,
La divina solitudine,
Madre dell'ispirazione!

                                                                   Giovanni Alibrandi   WB01345_.gif (616 byte)RETURN

 

 

 

 

 

L'ULTIMA VOLTA



Giacevi composta , nell'ultimo letto.
Il mare urlava silenzioso il mio ed il suo dolore.
Ti ho rivista con gli occhi di mare, il sorriso
semplice e dolce.
Ho sentito il profumo di grano, quello con cui
preparavi la pasta fresca, il pane caldo e i dolcetti 
per me.
Ho raccolto tutto quanto
nello scrigno dei miei ricordi,
dove tu vivrai per sempre.
E' stata l'ultima volta .



                                             Giulia Uva
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SAPPI CHE...

Sappi che non avevi
nulla di umano
quella sera
quando scivolasti leggera
sulla mia mano attardata

Sappi, che non avevi
nulla di umano
quel pomeriggio
quando camminasti al mio fianco
sotto gli occhi della città

Sappi che non avevi
nulla, di umano,
alla terrazza di quel cafè
quando annegai per intero
di calda e densa crema

Sappi che, di umano,
non avevi proprio nulla
quando scrissi
queste poche righe ma di fuoco
elegante micidiale Fiamma


                                                Antoine Fratini WB01345_.gif (616 byte)RETURN

 

 

 



GINEVRA

Ti porto storie incantate
Pure e reali
Notti rosate più silenziose
Del puro silenzio
Pura,silente aria serena
Resa più eterea dal tuo lento ninnare.
Amore limpido di puri cristalli
Frizzanti emozioni da regalare
Un intingolo di puliti sogni
Che ti diano l'ebbrezza di
Una giostra in corsa.
Un giardino fiorito
Di viole e di lillà che
Ti profumino il cuore
E lontani tramonti che
Ti portino ad ammirare
La bellezza della
Tua nuova età.


                                              Antonio Gentile WB01345_.gif (616 byte)RETURN

 

 

 

 

CANTO ALLA LUNA...

 

Canto alla luna,
che splende tra le stelle ancelle,
rosa d’invidia e per questo ancora più bella.
Venti danzano nella notte
Le lasciano toccare i loro veli
Come dolci odalische orientali.
Sposa del poeta innamorato
Che siede allo specchio fatale
In preghiera davanti a lei
Incoronata di bianco e d’argento.



                                                     Beatrice Luppi WB01345_.gif (616 byte)RETURN

 

 

 


PAROLE SCRITTE...

 

Parole scritte
Sull'impronta dei tuoi passi
Dentro me
Posate sopra il rumore
Del fiume che scorre
Verso te

Sono pulsazioni oltre
Come colpi di tamburo
Inseguenti il rituale scambio
Dare/Avere

Sono gocce di speranza
Tese verso l'Arca
Ove Tu ed Io
Continueremo ad essere

                                                       Antoine Fratini WB01345_.gif (616 byte)RETURN

                                                              ( A mio figlio Yari per i suoi 17 anni )


 

 

 

RIFLESSIONI E RIFRAZIONI



Negate illusioni rintraccio
nel pozzo arruffato della memoria
baldanze sfumate
della voglia di perfezione
pensieri gettati
al di là dei propri confini.

Avanza racconta sobbalza risplendi
sfiancata corolla
devoti lamenti
tuttavia non era autunno
ma i giochi di luce giallastri
fingevano stagioni consumate
sfuggente traguardo incorniciato
fra i doppi vetri socchiusi.

Eppure non era autunno
- non ancora o non più -
e dal mio letto sul rigido orizzonte opaco
creste di pini intuivo pigiati
a proteggere misteriose dimore
e la ciminiera abbandonata staccava
ma il culmine solo, e annerito
sul filo della pietra di Luserna.

Usuali brusii dal giardino
indaffarati ancora ripenso
rimbalzare sulle mattonelle rosse
salire sfrangiati
ronzare sommessi
nella nausea dell'impotenza
mentre ignara la gazza leggera
bezzicava i semi dispersi, e nel cuore
la presunzione d'immortalità.

                                                      Enrico Castelli WB01345_.gif (616 byte)RETURN

 

 

 

 

QUIETO


A sera
al tramonto
a brezza quieta
il caldo sole
dolcemente al fin si posa
e scivola
in un mare
ché è d'olio

Al largo
da ponente a levante
un ultimo raggio rasa il mare
e il blu- vende dell'onda
focalizza poi spande
lo spettro d'una luce
ché è d'oro

Nella baia,
nel chiaro- oscuro d'un fondo infuocato
silhouette di legni
o rare vele
immobili
sfuggono maestosi all'occhio- turista
che impotente quadra l'istante.
Povera idea
per quell'effimero e fugace momento
poiché l'attimo null'altro è.......
che silenzio.

E
l'essere taciturno
dall'onda all'arido scoglio
l'occhio strizza ..........
impotente e svogliato
dalla "Cora"
al nord- ovest ventoso e lontano
lo sguardo scruta
nicchia ...... gustoso
affascinato
nell'orizzonte beato
scivola,
........... vola,
............ ..... fonde....
Si strugge,
gode quell'attimo
ché è vita

                                         Alvaro Marchetti WB01345_.gif (616 byte)RETURN


 

 

 

 

NADIR...

Nadir di un'impossibile promessa
m'insegue mentre batte mia ricerca
di un'anima non più di eterno inciampo
che irta non levi a rigettarmi
e l'anima mi sazi la soddisfi
di chiari sensi sconosciuti,
d'intatta fertile certezza-
ma non arrivo ancora possederti,
vita,se mi brucia il cielo
l'anima e il grembo
perché luce di luna non gli serve
levando negare il freddo eterno.

                                                     Gabriella Garofalo WB01345_.gif (616 byte)RETURN


 

 

 

ESTATE



Non valse la notte a dissolvere
la diuturna calura che opprime
e soffoca la sterile pianura,
e già un nuovo sole, minaccioso,
è là ad oriente con i suoi dardi:
un'altra giornata canicolare.

Dai dritti filari di granoturco
immobili ed appassite foglie
invocano lacrime di nuvole.
Ampie crepe fendono il terreno
ed a ragnatela si diffondono
tutt'intorno, pronte ad ingoiare
improbabili gocce di rugiada.

Il borgo è deserto ed i lenti
rintocchi di campana non smuovono
la greve atmosfera di mezzodì.

E qualcuno, in cuor suo, già pensa
alla nebbia, al fresco dell'autunno,
nell'eterna ed umana speranza
di un domani migliore dell'oggi.


                                   Carlo Bertero WB01345_.gif (616 byte)RETURN


 

 

 

CREDERÒ


Crederò al vostro dio
solo se mi dite che
insieme al cuore mio
Non si prenderà anche me.
Crederò al padre nostro
solamente se amerà
anche quelli che non credono
alla sua grande bontà.
Crederò alla sua gloria
in tutto il mondo intero
se rinnegherà la storia
Del prestigioso clero.

E quando sarò stato unto e battezzato
che cosa dovrò fare per esser rispettato?
rinnegare me stesso e tutte le ambizioni
amare tutti quanti anche i rompicoglioni
Pregare a disco rotto ogni giorno che viene
pensando che in effetti lisciarlo mi conviene.
Aver sempre paura di uscire dal sentiero
lo stesso in cui han represso l'eretico pensiero,
negarmi le domande che ha tutti son più care
sapendo che al buon dio non si possono fare
tener la testa bassa e fiero lavorare
che anche se mi sfruttano li devo perdonare;
non cercherò i piaceri se non quelli più puri
che sarò controllato anche attraverso i muri
E quando sarà la fine e starò per morire
lo stesso avrò paura di dover partire
per un viaggio ignoto verso le promesse
che per tanti anni eran sempre le stesse.

Crederò al vostro dio
solo se mi dite che
insieme al cuore mio
Non si prenderà anche me.
Crederò al vostro dio
forse ci crederò
son pazzo pure io
solo che non lo so.

                                           Flavio Ponzio WB01345_.gif (616 byte)RETURN

 

 

 

 

Che cos'è la felicità ?

×òî æå òàêîå ñ ÷àñòüå ?



Che cos'è la felicità ?
Felicità è quando hai una mamma
quando lei con tenere parole
sempre ti sostiene
Arrivi a casa stanco
e la mamma scalda il tè
ed accarezzandoti il capo
ti abbraccia forte con amore
Ma sta solo in questo la felicità ?
No, certamente, non solo
Felicità è quando insieme a te
ci sono gli amici
quando, persa ormai la speranza
non vuoi più vivere nel mondo
e gli amici tutti insieme arrivano e
con una risata
ti tiportano alla vita
Credi che stia in questo la felicità ?
Si, ma non solo in questo
Felicità è quando tu sei vicino
mio caro, amato, adorato
quando con i tuoi dolci sguardi
scaldi inverno ed estate
ed in una giornata di sole o di vento
sarai sempre con me.

                                             Þäæèíèÿ - Eugenia WB01345_.gif (616 byte)RETURN

                                    ( Traduzione : Elisabetta Racca )

 

 

 

 

TRE PICCOLE PIETRE



tre piccole pietre di pallido azzurro
mani di velluto mani di seta
eccedenze culturali e materiali
accarezzano la fronte
mi sollevo
Ezra guida l'arto
avviene il randez-vous
con F.T.M. futurista
fuggono veloci le icone via dal monitor
pixel impazziti
roteano a vuoto nell'ambiente
mutati in e-mail randage
rifiutati & folli
(clicca randage ed avrai la listata dei miei amori)
in intimità con le clarisse
nel salotto buono
infine
con stimoli antientropici raggiungo
atlantideo moto cavalcante
oricalco
curve nel tempo onde vibrazioni
un insieme forse un mandala
una fusione d'alchemico impasto
satanico dessert
&
liquidi organici casualmente sparsi
dal violento impatto
tre piccole pietre d'azzurro pallido.


                                           Vittorio Baccelli WB01345_.gif (616 byte)RETURN


 

 

 

L'INCUBO



Una festa silenziosa
Si e` incamminata
Nella mia notte.
Dei pensieri acuti
Si sono risvegliati.
Dono alla mia mente un pizzico di felicita`
... della cocaina coi suoi 15 minuti...
Non basta.
Vorrei uccidere un simbolo della pace
per far capire lo scrivere
Delle mie pene.
lo scrivere assassino
Che mi doma furtivamente
Il sonno.
Mi giro.
La porta e` di fronte allo specchio.
Uno specchio antico
Per le mie insonnie dorate.
Le mie insonnie dorate per un regno di carta.
Il regno di carta
Per un amore rettangolare
Che mi desse
Un sospiro infinito.

                                                 Erica WB01345_.gif (616 byte)RETURN

 

 

 

LA MUSICA



Non è fatta di parole.
Non dice nulla,
Eppure esprime
Le cose più impensate.
E' un credo,
Eppure non ha regole
Per il cuore dell'uomo;
Sentimento purissimo,
Fra la grazia e il fuoco.
E' fatta per coloro
Che sono capaci di sciogliersi
Al più puro incanto,
Religione degna
Di monacale fede,
Amore fedele
Per cui valga la pena
Di soffrire.
E' capace di creare
La cascata e il tramonto,
Il tuono e l'arcobaleno;
Viene e va via,Questa presenza eterea,
Anima della mia vita,
Arte inspiegabile eppur perfetta,
La musica.

                         Giovanni Alibrandi WB01345_.gif (616 byte)RETURN

 

 

 

 

OCCHI DI BIMBO

( Per chi non ha il coraggio di pensare )



Era mattina.
Un bimbo passeggiava
Per le strade della sua città
Sognando di diventare grande.
E poi...
Fuoco di guerra,
sangue d'innocenza,
attimi d'inferno
su questo mondo disperso
videro gli occhi ingenui
di quel bambino
prima di spegnersi
sotto l'odio inutile
di chi grande lo è già diventato.



                                           Daniela Griffini WB01345_.gif (616 byte)RETURN

 

 

 

 

TROPPE VOLTE



Troppe volte

Giochi di bignè su bocche voluttuose
Massaggi di carezze accennati in discesa
Sale la febbre di giocolieri impazienti
Scacco di un re ad una regina che aspetta

Troppe volte

Viso d'angelo sonnecchi, ridono gli occhi semichiusi
Labbra appagate soffiano appena
Una chitarra sul letto strimpella nuda
Menestrello di corti boccaccesche pizzica altre corde

Troppe volte

Il gioco ricomincia su arpeggi sfiorati
Melodia suadente su una pelle di velluto
Pause di istanti anticipano note d'amore
Libera l'improvvisazione l'ultimo assolo di piacere

Troppe volte

Ricordi di un sapore lontano
Gusto di un sesso che manca
Stanco il menestrello suona su un letto vuoto
Aspetta un vassoio di bignè e nulla più


                                              Marco Saya
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INVERNO

Nella fredda stagione
il canto di quell'usignuolo
rattristava i cuori.

Ma perchè resta qui,
perchè non fugge,
perchè non cerca il sole.

E' pazzo, pensava la gente;
ma lui nel gelido vento
cantava... cantava...

                                                 Bruno Labate WB01345_.gif (616 byte)RETURN
                    ( "Bagliori" )

 

 

 

 

GIO'

Frastornato, sono stato
nel vederti, lì raccolta,
dolce lieve, mostri il volto
o l'armonia, di buon umore
lì nel luogo, tutto spande
aureola, è la tua anima
io lì guardo e lì assaporo
e non posso farne a meno
di vedere, nell'immaginare
un qualcosa di irreale
che felice mi fa stare

dirti Madonna forse è troppo
ma un peccato di sicuro lì
non l'ho da fare.

                                  Charli
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