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Italy.jpg (930 byte) Aspettiamo le vostre poesie... Italy.jpg (930 byte)

 

 

 

 

 


 

 

 

PREGHIERA SOLITARIA



In principio ero un ago perduto nel deserto,
un cigno addormentato sul petto di una madre,
un cuore solitario dentro un cesto di limoni,
ero l’urlo di un bambino in una stanza sordo muta.

La luna mi donava il fiato dei mortali,
le gambe per danzare sul tavolo del mondo,
le mani per lanciare le bombe ai miei nemici,
le labbra per baciare capelli color sale.

E mentre due vagiti spingevano la vita,
prendevo la tua mano bucata da un romano,
cantavo sopra al tempio distrutto per amore,
pregavo in aramaico ai piedi di un profeta.

E mentre mi staccavo dagli occhi della lupa,
le lacrime di Giuda franavano sul Golgota,
i galli verde arancio ingoiavano un apostolo
e vecchie cornucopie sbocciavano dolcezza.

Il diavolo è fuggito nascosto in un calesse
e l’angelo ha coperto la faccia del serpente,
piantato un agrifoglio sul monte senza croci,
giocato con la notte dai sogni bianco latte.

E mentre Dio beveva il fiele del tradito,
io masticavo nebbia al fianco dei ladroni.
E mentre Lui parlava alle aquile reali,
io risorgevo nudo bagnato da una stella.



                                                        Giancarlo Napolitano  
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LA RAGNATELA


Un’enigmatica ragnatela,
ha tessuto il ragno del tempo,
trattenendo prigionieri 
i ricordi della mia infanzia,
disfo il labirinto di pizzo,
seguendo il filo …
Ritorno adulta a vivere il presente.



                                        Velia Lechuga Rey
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Todesbefehl



-Sai, è fredda la scure, non ho che poche cose accanto,
le dita si irrigidiscono, e sento gelarmi le ossa, ho sonno, ora.
-Fa freddo, anche se il sole arriva a scaldarmi la pelle, ho la bocca arsa, e fame, anche.
-Morte, perchè è così allegro il manto che la riveste? Forse non fa male come vorrebbe, ma si insinua tra le palpebre, cresce tra   l'intreccio delle   parole e negli abiti, io ne ho uno pulitissimo, quasi nuovo, mi casca a pennello.
-Non c'è che una sottile linea di solitudine, che appartiene al mondo, a noi due, all'universo in quanto tale. Forse.
-Eppure ho ginocchia rosse, e carne che comprime i miei fianchi.
-Lacrime e gocce, rattrappito come un secco ramo, un' appendice di sterco, perchè mi passi accanto come se volessi superarmi, nella corsa?
-Non sono lontana, ma guardo con occhi distratti, questo andare insieme, perchè c'è luce, vero, lontano, laggiù, alla fine ci troveremo più uniti, non lo credi?
-No, non è possibile, siamo diversi, giorno e notte, cane e gatto, preda e predatore, uomo e donna, e non ti porto in realtà in nessun luogo. Lui   è ancora lontano.
-Dietro alla luce?
-Dietro alla luce.
-Perchè mi ha cercata?
-Non lo so, non ho capito bene. Forse è malato, forse crede che tutto sia un gioco, e vuole prenderti in giro.
-Ed invece?
-E' tutto un gioco.
-Ma tu allora, perchè hai eseguito il comando?
-Per noia, come sempre. Come le altre volte è difficile colmare il vuoto, le notti, il vino che sa di urina, gli dei che si credono immortali...
-Ma lo sono.
-Può darsi, ma non è detto. Io non ne ho mai visto uno morto, ma questo non significa che non possano morire, forse hanno una resistenza diversa.
-Ma io, come è stato possibile tutto questo?
-Te l'ho spiegato, un capriccio, uno scherzo da fare ad un povero mentecatto...
-Ma lui non ne sa niente?
-No. Crede alle favole. E' convinto che sarà sufficiente non girarsi mai.
-Ma davvero? E chi l'ha inventato tutto questo?
-E che importanza ha, ormai? Tanto tra poco è tutto finito.
-Tutto finito. Così triste, il dirlo. Sembra davvero che non ci sia più nulla.
-Stai zitta, ora, che l'uomo compare, lo riconosci?
-No. Non l'ho mai visto prima d'ora.
-Non ricordi perchè sei morta.
-Davvero? 
-Sì.
-Ma è tutto inutile allora?
-Certo, non crederai mica possibile quelle smargiassate che ti hanno raccontato.
-No, certo. Lo sapevo bene. Ma ho freddo, qui accanto a te.
-Eccolo, aspetta, lo saluto io per te. Tu non potresti neppure sentirlo.
-E' almeno di bell'aspetto?
-Benarrivato, Orfeo. Ricordati, non girarti. Ora te la affido.
-Devo andare?
-Sì.
-Ma dove?
-Non senti il rumore, la sua voce?
-No, niente, ma un odore, questo sì mi ravvicina a lui.
-No, è il tuo corpo, ti confondi con il tuo stesso odore.
-Tu lo puoi vedere?
-Certo, ma non ti aiuterò nell'impresa. Vai, cammina avanti e seguilo, per intuito, se ci riesci.
-Perchè non mi parla?
-Questo, gli è stato comandato, a lui, principe e principio del suono.
-Si è già voltato?
-No, non ancora. Ma non preoccuparti, accadrà tra poco.
-Torniamo indietro.
-No, non ancora, un momento...ecco si è girato.
-Bene.
-Sì, è tutto a posto adesso. Si è girato.
-Avevo paura che non accadesse niente. Che non avesse il coraggio di guardarmi.
-No, come poteva resistere?
-Possiamo tornare indietro, ora?
-Sì, possiamo, ora possiamo tornare sui nostri passi, leggeri e inutili come questo assurdo gioco di morti. Ho il timore di averti parlato troppo, stavolta.
-Non riaccadrà di nuovo, vero?
-No, te lo prometto, mai più.
-E' orribile, questo freddo che mi opprime.
-Anche se potessi non saprei come aiutarti. Ho visto troppe cose, e tutte mi hanno disgustato. Non sono in grado di giovare ad alcuno.
-Chi sei, allora?
-Non ha importanza, davvero non ha importanza.Sono qualcosa che si apprende, che si svela e che si conosce , si riconosce, memoria e tempo, e parte di te, anche, e di lui, di altri, ma che non sono più qui, tra noi.
-Mi preoccupa, tutto questo.
-Non credi che sia superabile, anche questa tua incertezza, dovuta al niente, al dolore, falso, che non conosci mai fino in fondo: basta così poco   per tornare indietro. Come vedi, senza comprendere, esistere nel momento, e mai chinarsi su di sé, questo peso inutile che opprime. Si tratta,   in definitiva, di un dato non così essenziale.
-Tornerò a prendere sonno, come prima?
-Se non lo sai tu, nessuno lo può sapere. Sono stanco anch'io oggi, cose nuove e cose vecchie si sono mescolate, e questo non va bene. Non ti   dovrò più riaccompagnare, per fortuna.
-Ma, non ricordo ora, chi è stato quel messaggero che mi ha chiamato?
-Di chi parli, adesso? Di colui che ti ha destato?
-Sì, quello che mi ha chiamato.
-Ha tutta questa importanza, il saperlo?
-Non lo so, come faccio a dirlo.
-Ti sei già risposta, allora. Non aveva importanza. Neppure un nome era, solo un eco, un ricordo, una traccia nella sabbia, qualcosa che  si        dimentica presto, come tutto.
-Come tutto?
-Sì, mia cara, come tutto. Ma ora tieni il passo e seguimi che la grande porta della casa si è aperta, non vorrai mica startene al freddo e da sola?
-Non lo so, forse ho sbagliato a dirti il mio nome, forse era ai vivi che io dovevo appartenere, non alla tua casa di specchi e corridoi, di fontane   vuote, di sentieri sospesi.
-Che cosa ti succede, non ti sei mai lamentata, prima, mi avevano detto che eri sicura.
-Sono sola, e ho freddo.
-Eccoci, siamo arrivati. Puoi distenderti, ora, e provare il tepore di non essere più niente, neppure pensiero, ombra, luce, parola, niente, più niente. Non era questo quello che volevi?
-Ma poi, lui che fine ha fatto?
-Non dirmi che sei preoccupata.
-No, non capirmi male, è la femmina che è in me, a desiderarlo.
-Si è tradito, poveretto. Era prevista, del resto, la cosa.
-Che stupido!
-Già, lo sapevamo tutti che era un idiota.

(applausi).

                                                                                                Luca Bidoli
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A MIA MADRE



Io so perché mi ammalia 
il mare. Tu inspiravi
e i frangenti sulle rocce
sciabordano schiumando.

E poi che l'onda si è 
franta, lenta e costante,
e scemando la cresta
respinta si ritira,

pacifica tu espiravi.
E lo sciacquio fievole
e ipnotico, amniotico,

mi riavvolge di nuovo.
E vorrei non finisse 
mai… ma senza erosione.



                                                      Davide Riccio
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FEBBRAIO A BELLAGIO


Ancora un volta, come un fantasma son tornato.
Il lago mi morde ogni volta,
urlandomi tranquillamente la sua estraneità.
Questo piccolo angolo di mondo deserto
mi accoglie ogni volta con colpi dolorosi
che squassano le mie segrete,
rivelando nel sudario un Lazzaro mai nato
pronto a risorgere.
Io vivo solo qui!
Piccola città che un giorno ci hai visto insieme,
stretti e disperati, nascosti a noi stessi
ladri d'amore, sposi segreti
avvolti ai tuoi volti
abbiamo cercato la sponda estrema
della normalità.
Esco adesso!
La pioggia nella notte mi saluta
attraverso i brividi di freddo
che ritrovo felice sul mio corpo infine vitale.
Rivoli d'acqua che frusciano tra i ciottoli delle antiche strade
mi chiedono io chi sono.
La mia ombra mi guida ora verso la punta.
Finalmente mio vecchio e profondo amico.
La tua forza mi affascina, le tue onde
il tuo vento, la tua pioggia e io siamo uniti.
Ora che il mio corpo
si sporge dalla pietra, verso di te proteso,
capisci, mio lago, che non ti temo ma ti amo.
Il tuo urlo si trasforma in canto,
io divengo pioggia nella pioggia
e, assorto come un morto, torna a me
la voce di Lei

                                                              Andrea Resca WB01345_.gif (616 byte)RETURN

 

 

 

Il Verde l'Azzurro ed il Giallo


Il Verde disperato, colmo di lacrime e di paura,

colore diffuso dei tuoi occhi e della nostra paura di perderci

L'Azzurro di quel cielo di settembre di tre anni fa

stampato a fuoco nell'abisso della mia mente,

testimone eterno di gironi infernali pronti ad inghiottirmi.

Il Giallo di quel sole che ancora brucia

colando in me, lentamente, tutti i fantasmi

e gli orrori che seguirono il tuo tempo.

Il Verde l'Azzurro ed il Giallo.

Tutti i colori che percepisco si inchinano rispettosi

di fronte a questi sfondi di dolore

quasi che con essi, la fine mia, fosse dipinta

                                     Andrea Resca WB01345_.gif (616 byte)RETURN

 

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HO TENUTO UNA FARFALLA...

 

Ho tenuto una farfalla tra le mani,

ansiosa, tremante, ardente...

l'ho accarezzata,

sentendo il suo tremulo battito,

dosandone le forze,

per non farle del male...

ho assaporato i suoi colori,

vivendo per un attimo

in un arcobaleno, dorato di stelle,

ho avuto paura di stringere le ali

ma lei mi ha saputo capire

e accogliendo il mio calore,

si è posata sul mio cuore

e con un battito, è volata via.

Ho lasciato la finestra aperta,

chissà, forse un giorno tornerà

e saprò riconoscere

quel leggero frusciare d'ali

che riempiva di colori le mie giornate.

                  Viviana Noce WB01345_.gif (616 byte)RETURN

 

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ANGELO CADUTO

Uk.jpg (1708 byte) FALLEN ANGEL

 

E ora tu sei qui

mio piccolo angelo

...sei qui caduto

su un mondo che non ti appartiene

Asciugati il viso, smetti

...di piangere

Alza una mano

...e con un dito tocca il cielo

Sarà tuo, come tutto lo è...

...passeranno gli anni

...come vento tra le foglie

niente cambierà.

La pioggia pulirà le nostre mani

Il vento seccherà i nostri visi

Il sole brucerà i nostri corpi

Ma tu sarai sempre

...qui piccolo e unico...

...racchiuso nel mio dolore

...il mio dolore.

 

                    Sara Riccardi WB01345_.gif (616 byte)RETURN

 

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FIORELLINO

 

Mattine di sole

lacerate da angosce profonde

che prosciugano il mondo dei colori

lasciando bianche distese di sale

 

Ore lente statiche

piene d'ansia che tutto corrode

e segna ogni secondo immobile

come rocce scolpite dal vento

 

Mezzogiorni infuocati

il dolore li colma di grigio

che tutto spegne nel cuore malato

e copre con mesti sudari

 

Meriggi sonnolenti

graffiati da rabbiosi ricordi

che strappano scaglie d'amore

da sogni passati e perduti

 

Serate tranquille

punteggiate da ricordi felici

che schiacciano il cuore ormai stanco

di un presente colmo d'angoscia

 

Notti eterne

in cui i sogni di un tempo

si trasformano in incubi contorti

in sonni irrequieti e sudati

 

Dove sei amore mio .....

 

                                         Lorenzo De Cola WB01345_.gif (616 byte)RETURN

 

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IL COLORE DEI TUOI OCCHI

FRANCE.jpg LA COULEUR DE TES YEUX

 

Sulla tavolozza dei miei colori

Pochi mescololamenti

In confronto ai tuoi occhi senza pianto

Quelli d'un angelo

Il ROSSO dell'intensità

Come la spirale del tempo gioioso, infelice

Il GIALLO, luminoso

La felicità con una forte volontà

Il NERO della ragione

Per costruire una vita senza veleno

Il BLU, una forza eterna

La verità del cammino spirituale

L'annullamento del BIANCO

La riflessione, su di un banco.

                       Sylvie Bian WB01345_.gif (616 byte)RETURN

 

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FUORI DEL TEMPO

 

Fuori del tempo

continua la mia vita

 

nell’immagine

mai conosciuta

ma nemmeno nuova

di me stessa

 

E mi ritrovo

vecchia e bambina

a sfogliare

nel silenzio dorato

dei campi

assolati di grano

i petali

del rosso papavero

 

che una mamma

da sempre

ha raccolto

per la sua nipotina

 

Laggiù

in fondo

ai confini del prato

 

nello specchio dorato

 

Oltre

il nulla

 

                                             Rosa De Luna WB01345_.gif (616 byte)RETURN

 

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BLU DI PRUSSIA

 

Cielo cupo dal ventre rapito

misura l'orgoglio del grigio più duro

alberi chini nel piombo fiorito

anime in pena di zolfo solfuro

Immagini nude vibranti nell'olio

musiche e comignoli sparsi nel buio

Argilla a ponente toccata da Dio

metallici falli dorati e d'argento

prezioso mantello velato dall'odio

balconi ammazzati da fiori nel vento

Neanche una stella che illumini me

soltanto una botola per uscire dal mare

che pare travolgermi -dico pare-

 

                                                  Luca Amadessi WB01345_.gif (616 byte)RETURN

 

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METEORE...

( dedicata a Massimo Troisi )

 

Meteore, luci di verità,

stelle cadenti,

repentine traiettorie sfavillanti,

di tanto in tanto,

irradiandovi squarciate il buio

di queste oscure notti impoverite

senza più i veri sentimenti.

E così tu,

Figlio genuino

di una Dea assopita,

incarnasti in vita

ciò che molti di noi vorremmo essere,

per vivere ancora sulla terra

...spicchi di Paradiso,

quegli attimi intensi...di felicità!

                                      Carlo Ceresa  WB01345_.gif (616 byte)RETURN

 

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SOGNO

 

Se ti conoscessi già

- il mare azzurro lo sa -

sognerei solo te

- il Sole dov'è ? -

 

Ho voglia di riposare

- di svestirti -

sotto quel bianco velo

 

- il mio cielo -

e di sentirti accanto

in ogni mio affanno,

 

in ogni mio respiro .

 

                                      Carlo Bramanti WB01345_.gif (616 byte)RETURN

 

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LA CACCIA



ti nascondi tra i viottoli di mura antiche
nessuno ti sfiora
sento il tuo odore di zolfo e miele
un orologio ci separa
lento inesorabile nella sua precisione
selciati che scorrono via veloci
pietra su pietra,calce su calce
tracce della tua anima conficcate nel mio cuore
indizi sfuggenti come fumi di oppio
mi fermo e odo vibrazioni del tuo corpo
lontane impercettibili
ma come un segugio, continuo testardo nella mia caccia
le orecchie tese, una goccia di sudore, fatica, che fatica
la mente al di là del corpo ti segue, ti bracca
un indizio sul terreno mi avvicina a te
affilo le mie armi di passione
tendo il mio arco di cupido
scocco la freccia dell' amore, ti ho preso sei mia.

                                                                                               Diego Gennari WB01345_.gif (616 byte)RETURN

 

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