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Italy.jpg (930 byte) Aspettiamo le vostre poesie... Italy.jpg (930 byte)

 

 

 

 


 

 

MIA CARA GIOVINEZZA



Mi sei passata sulla testa
veloce
come una meteora in un cielo limpido
e senza nubi.
E' stato l'attimo
di un sogno.
Ed io,
ignara di quanto accadeva,
assorta
nelle mie cose terrene,
non mi sono accorta
di quanto eri splendente
e gioiosa.
Tu sapevi,
e fuggendo via
beffarda,
hai pensato che un giorno
ti avrei cercata.
Ma non ti avrei più trovata.

                                                 Luigina Lorusso WB01345_.gif (616 byte)RETURN

 

 

 

 

LA DANZA DEI GIGANTI




Sono sicura che questo non è un sogno, ma una realtà, magari diversa, ma sempre è una cosa reale: ricordo tutto perfettamente, almeno fino a quando mi sono spogliata e messa nel letto.
Ho iniziato la mia mattinata col solito turno da infermiera per quella signora inglese, brutta ed antipatica, che s'è fratturata il femore mentre stava facendo la spesa all'ipermercato.
Sono uscita da quella casa alle dodici in punto, tutte le volte che sono la dentro non vedo l'ora d'andarmene, così quando scade il tempo mi precipito subito per la strada, la vecchia se la guarderà qualcun altro.
Dicevo che sono uscita le dodici in punto e mi sono recata alla mia abitazione per mangiare qualcosa. Abito da sola, mia figlia se ne è andata da oltre un anno con un milanese biondo, niente male che ha una diecina d'anni più di lei, lavora in un'azienda di Milano insieme a lui e stanno in una casetta tutta linda e profumata, sembrano due piccioncini, perciò finchè dura lasciamoli in pace. L'uomo col quale vivevo l'ho scacciato, saranno cinque anni, e da allora sono libera, mai il detto meglio soli che male accompagnati fu così ben adatto come alla sottoscritta. Alle quattordici e trenta dovevo incontrarmi con un mio amico in un bar qui vicino, ma poi ci ho ripensato, ero troppo stanca e non ne avevo voglia, talvolta anche scopare può divenire un lavoro. Allora ho spento il cellulare e mi sono sbaraccata in salotto sul divano davanti alla TV. Verso le cinque me ne sono andata un po' in giro con l'auto, ho fatto alcune compere in negozi di periferia, poi sono andata in un bar che ha aperto di recente ed ho ordinato uno spumantino secco. Ero seduta nella stanza che c'è al piano di sopra di quel bar e stavo distrattamente leggendo un quotidiano quando ho visto entrare un mio amico di parecchi anni fa del quale non riesco a ricordare il nome. Ci siamo messi a chiacchierare del classico più e del meno e lui mi ha chiesto il numero del cellulare: glielo ho dato volentieri.
Quando lui se ne andato io sono uscita, ho girato un po' con l'auto ed infine mi sono fermata in una pizzeria ed ho ordinato una margherita con un boccale di birra bionda. Canzonette stupide e strampalate, sicuramente d'annata, uscivano a getto continuo dal juke box nell'angolo della sala, fortunatamente a basso volume. Poi ho ordinato un caffè, ho pagato, sono uscita, mi sono recata in centro per fare un'ultima passeggiata: mi piace girare sola di notte per la città. Sono infine tornata all'auto, poi a casa e dopo aver sbrigato qualche faccenda domestica e guardato la posta col computer, tutte spam mai un messaggio serio, mi sono infilata nel letto.
Adesso invece mi ritrovo in questo prato bagnato di rugiada come se avesse piovuto di recente e con l'aria che è scura come all'imbrunire, nell'erba davanti a me ci sono delle pietre blu e dietro altre diverse: "triliti di Sarsen"Come mi è venuto in mente questo nome?
- Nella leggenda che racconta Goffredo, Merlino dice che le pietre hanno a che vedere coi giganti che sono vissuti in lontani lidi africani.-
Nella leggenda di chi? Ma cosa mi sta venendo in mente, già questo sogno è fin troppo reale, le voci di fondo ci mancavano, e parlano, parlano ancora, ma voglio ascoltarle, capire ciò che dicono, trovare un senso a questa assurda trama.
- Solo nel 1953 fu notato che la daga incisa in un Sarsen era molto simile a quelle usate nella Grecia micenea attorno al 1600 a..c e successivamente rinvenute pure in territori africani. Inoltre le numerose ascie incise sulla medesima pietra sono simili a quelle in uso presso i britanni e gli irlandesi agli inizi dell'età del bronzo.-
Vuoi vedere che stanotte mi faccio pure una cultura? Coi triliti, le asce, le daghe, ma non ho capito questo Merlino cosa c'entra, e non sarà mica il famoso mago? "Hei! C'è nessuno in casa? Chi cazzo è Merlino? Il fratello della Morgana?"
- Goffredo era a conoscenza di un racconto sulla Danza dei Giganti in forma di pura leggenda, per questo ha pensato che le pietre fossero state trasportate, dai figli degli dei per mare. Ed ha messo tutto questo in bocca a Merlino ed il luogo da cui provengono le pietre è Killaraus e l'opera è stata costruita in due periodi diversi e con due tipi principali di pietra. Le pietre che compongono i triliti, le strutture a forma di portale, sono conosciute come Sarsen e provengono dalle vicine colline di Marlborough, vennero lavorate con grosse mazze e sistemate sul posto. Le altre non sono locali e furono trasportate da luoghi molto distanti, vengono chiamate dioriti maculate. La leggenda di Goffredo narra che alla fine del V secolo d.c. il condottiero dei Britanni, Aurelius, sconfisse gli invasori Sassoni ed in memoria dei suoi compagni assassinati durante un simposio decise d'innalzare un monumento a loro ricordo imperituro. Consultò Merlino che gli suggerì d'andare in Irlanda a prendere il cerchio magico conosciuto come la Danza dei Giganti, poiché le sue pietre avevano potenti poteri sia fatati che curativi. Le pietre si trovavano su una montagna chiamata Killaraus. A malincuore i britanni d'Aurelius comandati da Uther Pendragon invasero l'Irlanda, sconfissero le popolazioni autoctone e prelevarono la Danza dei Giganti.-
Ma che cazzo va dicendo questa stupida voce? Sembra un imbonitore turistico male informato o la lettura di un libro approssimativo di Kolosimo, Merlino ed Aurelius non sono mai esistiti e la Danza non è certo stata importata, questo sproloquio deve durare ancora a lungo? La Danza dei Giganti è a Stonehenge, lo so, sul mio sito ho un link ad una web camera piazzata proprio lì. Non voglio più ascoltare queste stupide voci, altro che cultura, sparano solo cazzate, voglio solo capire perché mi trovo qui, in questo punto, ma ci sono veramente?
Le pietre, mi sento da loro chiamata, sono sempre più attirata da loro ed il paesaggio sta mutando, prima s'è alzata una leggera nebbiolina, ma adesso va facendosi sempre più densa di minuto in minuto, non è freddo, tutt'altro, ma l'umidità sta entrando nelle mie ossa. Adesso la nebbia è ancora più fitta, non si vede quasi nulla, se non mulinelli della stessa. Non ho mai assistito ad un fenomeno simile, sembra che la nebbia si stia condensando solo in alcuni punti, ecco sta apparendo una forma che diviene sempre più concreta, sì compare un albero che prima non c'era e diviene sempre più gigantesco e la Danza dei Giganti è sconvolta dalle sue radici che si fanno sempre più enormi e possenti. Intorno a me non c'è anima viva, la nebbia si dirada fino a scomparire del tutto, sono l'unico testimone di fatti magici e sconvolgenti che si stanno verificando davanti ai miei occhi. L'albero è ora ben definito ed immenso, le pietre sono intrappolate nelle sue radici. Cosa significa? Deve avere un senso tutto questo e perché solo io vi sto assistendo?
- Yiggdrasil è l'albero della vita delle leggende nordiche ed ora è qui davanti a te, le sue radici affondano nel mondo degli uomini e la loro esistenza è ad esso legata.-
La "loro esistenza", chi mi parla neppure è umano ed io pensavo che fosse una parte recondita della mia mente, magari quella in cui i neuroni più sciacquano, una zona d'ombra nel più intimo me stessa. La Danza dei Giganti prima, ed ora l'albero della vita, ma che cazzo volete da me? Fermi tutti! Là in fondo c'è gente, sono tre donne e stanno danzando, forse. Sono vestite come le ballerine della TV, mi avvicino, no, hanno scoperto i pochi punti che dovrebbero essere coperti e sesso e tette sono al vento.
- Hei! Ragazze!
- Le tre Norne dimorano nella radice grande di Yiggdrasil, si chiamano Verdandi, Urda e Skuld. -.
E ti pareva? Fatemi capire, le Norne sono le Parche, o meglio le loro equivalenti nordiche, mi sa che son messa sempre peggio, qui è meglio che tagli la corda alla svelta, ho visto fin troppo, ora via di corsa. Cazzo! ma non riesco a correre, sono come al rallentatore e sembra che l'aria si faccia sempre più densa. Ho voltato le spalle alla scena, ma non c'è niente davanti a me, non riesco più a proseguire, sono ferma. Mi getto allora per terra, sull'erba bagnata, mi sdraio e guardo nuovamente l'albero della vita che s'innalza come il grattacielo più alto e mi sovrasta ricoprendo interamente questo cielo che sembra essere eternamente plumbeo. Chiudo gli occhi, giungerà il sonno ristoratore ed al risveglio mi troverò nella mia camera da letto, non avrò più addosso questi stracci bagnati, sporchi e stracciati, ma la mia rassicurante t-shirt rosa che ricordo d'aver indossato prima di coricarmi. Giunge il sonno ristoratore, mai così caldamente invocato, ma le speranze che tutto ritorni com'era sono deboli.

* Le speranze che tutto ritorni com'era sono deboli, anzi sono del tutto svanite da quando alcune fibre del tappeto che lei usa come scendiletto si sono misteriosamente attivate. Queste fibre provengono infatti in origine da un tappeto dei sogni che fu distrutto più di mille anni fa.
Adesso lei dorme, al risveglio un nuovo incubo l'attende, un sogno pericoloso, infatti un ramo d'Yiggdrasil è stato spezzato del vento e come è stato da sempre scritto, ogni cosa che accade all'albero si ripercuote nel mondo degli uomini. *

                               Vittorio Baccelli  WB01345_.gif (616 byte)RETURN


 

 

ATTESA

Un deposito di tram
Un conducente assonnato
Aspetto
Una scuola di danza a due passi...
Sono le 21 e 30
Non arriva
Aspetto ancora
Una macchina che passa
La vedo
Si è fatto tardi...torno a casa

                                                       Marco Saya WB01345_.gif (616 byte)RETURN

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CANCRO

 

corpo umiliato

steccato sul letto

bagnato di sangue

ormai nero

 

graffi di ragno

morsi di vipera

canti di gufo

 

tutto in un letto

di vita

morta

di sofferenza

 

e...

fuori la luce

risplende

col sole

 

senza un'ombra...

 

                                          Andrea Leonardi WB01345_.gif (616 byte)RETURN

 

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...

 

... fare il viaggio della vita

senza innamorarsi mai

equivale a non vivere.

 .......

 

la tua voce tremolante del risveglio

mi accarezza il cuore

sento il tuo respiro...

è come se fossi al mio fianco

al risveglio

 

                                         Paola Ciccotti WB01345_.gif (616 byte)RETURN

 

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OH AMATA...

Germany.jpg (519 byte) Oh Geliebte...

SPAIN.jpg (731 byte) OH AMADA...

 

 

Oh amata,

come vorrei abbracciarti, toccarti e baciarti,

sei tu in realtà ciò che vedo

o sei ciò che meno aspetto,

non voglio morire nel tentativo,

voglio cercarti e trasmetterti tutto il mio amore,

che porterà il tempo senza te,

non voglio ferirti né farti del male,

la tua vita è quella che ho cercato nell'eternità

con un'anima di bambino che non vuole soffrire più.

Hey, è così dura la realtà,

sempre apre una saggia parola d'amore,

con il dono del Mondo ti aspetterò,

anche se lui non ti volesse vedere.

                     Wellingtong Domínguez  WB01345_.gif (616 byte)RETURN

                     ( Trad. : Elena Leonardi )

 

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VOGLIA

Uk.jpg (1708 byte) WISH

 

SENTO

CAMMINARE A

PICCOLI PASSI

SENSAZIONI CHE

DAL CUORE

GIUNGONO ALLA

MIA MENTE, SARA'

LA VOGLIA DI

ESPLORARE OGNI

TUO VUOTO PER

COLMARLO CON

LA MIA

PASSIONE.

              Gianluca Bugea WB01345_.gif (616 byte)RETURN

 

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PERLA D'AMBRA...

SPAIN.jpg (731 byte) PERLA DE ÀMBAR...

 

Perla d'ambra luccicante

Petalo azzurro fluorescente di lei

Foglia china condiscendente

Venere di Milo.

 

Ragazzo prostrati.

 

Vette stagliate all'orizzonte

che coprono il sole fuggente

Neve candida abbag1iante e fredda

che nasconde il cuore caldo della terra

Pini verdi, ombre fluttuanti

al vento immortale ed insistente

Stelle bianche puntute e luccicanti

Infinito di Leopardi.

 

Uomo prostrati.

 

Occhi nudi di donna che mugola il suo ardore

Mani tremule di madre che sussurra il suo dolore

Aquila severa padrona dell'atmosfera

Onda di risacca maestosa e ribollente

Requiem di Mozart, nona di Beethoven.

No, non è nascosto

Tu lo hai sempre visto

Tu lo hai sempre sentito.

Ora lo rivedrai

Ora lo risentirai.

 

Vecchio prostrati.

 

                                                 Roberto Bevilacqua WB01345_.gif (616 byte)RETURN

 

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mosche che girano al centro della stanza

fuori è crepuscolo

un cucchiaino sporco di caffé ha macchiato il tavolo

è lì

sobrio e disteso

attende...

 

odore di sambuca

nausea l'olfatto

sparsa qua e là

sul pavimento

sulla seggiola

macchia

è appiccicosa se ci passo il dito

 

il posacenere nero e colmo

trabocca di cenere, mozziconi e linguette di lattine

che fecero il loro tempo

riposano dalle sere passate

 

i fornelli sono una natura morta contemporanea

i pentolami aspettano di essere lavati

urlano e invocano il loro diritto

ma senza avere una risposta... nemmeno una bugia plausibile

gli rivolgo

 

non lo so nemmeno io... state lì!... e basta...

 

manca qualcosa

 

manca di essere qualcosa

 

di sentir qualcosa

 

voglio qualcosa

 

qualcosa

 

qual... cosa

 

quale cosa?

 

La luce starnutisce

forse si è fulminata

domani ne comprerò un 'altra... domani... forse...

 

rullo una sigaretta

soffio sul tavolo il tabacco caduto

che morirà sul pavimento...

sotto a un divano

o un armadio

o nella paletta quando passerò la scopa...

 

apro una birra

"benvenuta linguetta"

ma gettata nel posacenere... sembra sentirsi sola

 

incertazza

 

incertezze

 

interrogativi senza risposte

 

butto tutto alle spalle

per vedere qualcosa avanti

 

ma buttavo tutto nello zaino invece

e lo zaino pesa...

 

                         Vincenzo Tarkowski WB01345_.gif (616 byte)RETURN

                         ( http://crash.to/Tarkowski )

 

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SBANDAMENTO

 

Se mi viene uno sbandamento, in strada,

cerco di arrivare a un bar;

quando posso parcheggio

la macchina, la bici -

entro, stanco, e mi fermo.

Chiedo un caffè alto, un tè o un cappuccino,

qualcosa di bollente,

compro perfino alcuni franco-bolli,

- io non sono collegato in Internet,

quand'anche poi lo fossi,

gli altri forse lo sono?

sto seduto, mi siedo a un tavolino,

tutti parlano, mangiano, bevono,

(del resto strizzo gli occhi,

schiaccio le mani, comprimo le orec-chie)

un organo mi romba nel cervello

- vorrei avvicinarmi all'apparecchio

telefonico a muro,

digitare i numeri

 

e chiamare qualcuno.

 

                                                   Paolo Ragni WB01345_.gif (616 byte)RETURN

 

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SORELLA

Uk.jpg (1708 byte) SISTER

 

Siamo nate insieme,

ma io non ti conosco,

sorella senza volto.

Alle mie spalle

segui i miei passi

e sorvegli la mia vita.

Cupamente hai più volte

bussato alle mie porte.

Non fui mai io ad aprirti.

Sei, una volta, lungamente

rimasta al mio capezzale,

ma al risveglio dalla narcosi,

non ti ritrovai.

Tra stridore di freni

e sangue e grida,

quando pensai senza rimpianti

né paura: è finita,

Tu eri là,

ma lasciasti che altri

mi raccogliessero dall'asfalto.

Quando, la notte,

il male mi trafigge il petto

e sale alla gola,

io - rassegnata - ti aspetto

mentre tu - burlona -

giochi col mio cuore a rimpiattino

per concedermi poi

la luce d'un mattino nuovo.

Quando verrai per me

e per me sola,

che il tuo passo sia lieve

e il tuo tocco soave.

Io, deposto il guscio rugoso

e i sogni sterili,

sarò giovane e bella.

Leggera, ti tenderò le mani

perché tu mi conduca

verso

l’immortalità.

 

                Thea Bozzola WB01345_.gif (616 byte)RETURN